Sveglia all’alba domenica 19 giugno per un nutrito gruppo di cacciatori e cittadini populetensi. Alle 6 del mattino Piazza Boito, sotto un cielo un po’ fosco e visitata da una fresca brezzolina, è già tutta in fermento: chi prepara decespugliatori, chi carica in macchina pala e piccone, chi fumando lentamente una sigaretta (i soliti che hanno bisogno di una boccata di ossigeno…)
controlla roncola e motosega. Giusto il tempo di formare due squadre e poi via all’opera. Destinazione? Hai presente il capitello di S.Antonio (c’è anche il cartello all’imbocco del sentiero, lungo la strada più alta del paese)? Da lì il sentiero continua inerpicandosi a serpentina fino a Col de Pin, piegando poi per un tratto in diagonale in direzione Col de la Bissa e, infine, su dritto per gli ultimi cento metri di dislivello fino a raggiungere Zaries a quota m. 930, incrociando sulla cresta del Frùsseda il sentiero che collega S.Andrea a Prà d’Antiès. Ebbene la prima squadra è salita di là, la seconda dal versante opposto: Mulino, Acquedotto, Val dei Saler fino al Castelet.
Scopo dell’uscita: ripulire, su entambi i versanti, il sentiero quasi divorato dalla fitta vegetazione, sistemarlo nei tratti più disagevoli e segnarlo, per ora con vernice rossa e bianca, prossimamente anche con cartelli in corrispondenza delle intersezioni.
Il lavoro è partito subito con metodo scientifico e collaudato (grazie all’esperienza dei cacciatori!): instancabili decespugliatori in testa al gruppo, quindi robuste braccia per rimuovere le frasche e sfrondare qualche arbusto con la ronca, quindi gli artisti del pennello per gli affreschi di classica vernice bianco-rosso.
Le due squadre si sono ricongiunte in cima dopo circa sei ore e mezza di lavoro. Ne sono usciti ripristinati due percorsi che rischiavano l’oblìo, pur interessanti dal punto di vista escursionistico e carichi di ricordi per tanti Populetensi. A proposito, qualcuno ci racconta qualche episodio legato al lavoro in montagna di un tempo su questi sentieri?
Al termine tutti in Casera a ristorare la fame e soprattutto la sete…

Scheda Tecnica
Il sentiero sul versante che guarda Polpet è piuttosto ripido, soprattutto negli ultimi 100 metri di dislivello caratterizzati per un breve tratto sempre nel bosco da una traccia a fondo ghiaioso piuttosto instabile. Il percorso parte da quota m. 410 ca. (indicazione per il capitello di S.Antonio) e giunge sulla cresta a mt. 930 ca. in località Zariès. Di lì, per scendere in Val Salère, occorre seguire il sentiero che proviene da Prà d’Antiès, perdendo circa cento metri di quota fino ad incontrare, dopo due caratteristiche ripide strettorie rocciose, la Cavalletta e subito dopo a sinistra lo spiazzo (ora rimboschito) del Castellet. Abbandonato il sentiero di S.Andrea che piega a destra, si scende in versante Salèr per altri cento metri lungo larghi tornanti in bellissimo bosco aperto; quindi si incontra un passaggio su cengetta erbosa leggermente esposta che conduce al torrente a quota m. 700 ca. Ignorando una traccia che risale di segue subito il corso d’acqua fino a ritrovare il sentiero prima alla sinistra poi alla destra orografica. Bella cascatella con marmitte; attenzione alle zecche. Quindi si raggiunge l’acquedotto a ca. quota m. 530 e di lì al Mulino lungo il canale.

IL MORO DI VENEZIA